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comunicato stampa
Al via le celebrazioni per il centenario della scomparsa di Gennaro Finamore

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In occasione del centenario della scomparsa di Gennaro Finamore, medico, antropologo ed etnografo abruzzese tra i più conosciuti, nato a Gessopalena l'11 agosto 1836 e scomparso a Lanciano il 9 luglio 1923, Nicola Mattoscio (Presidente della Fondazione Pescarabruzzo), Filippo Paolini (Sindaco di Lanciano), Mario Zulli (Sindaco di Gessopalena) e Lia Giancristofaro (Direttrice della Rivista Abruzzese e Professoressa dell’Università di Chieti-Pescara) si sono uniti definendo il Comitato Organizzatore che ha promosso e realizzato una serie di iniziative che si concluderanno l’8 luglio a Pescara e il 9 a Gessopalena.

Sarà un weekend con studiosi interdisciplinari e antropologi per approfondire insieme il valore di un personaggio che molto ha contribuito alla storia degli studi folklorici italiani e non solo.

«Abbiamo lavorato in sinergia per mesi raggiungendo, con le celebrazioni dei prossimi giorni, la massima espressione delle competenze di professionisti e studiosi di livello nazionale e internazionale nel campo dell’antropologia e della ricerca etnografica», commenta Nicola Mattoscio che, sabato pomeriggio al Convegno Internazionale di Studi dal titolo Gennaro Finamore tra ricerca folklorica, dialettologia e impegno educativo, porterà i suoi saluti insieme al Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e al Rettore dell’Università di Chieti-Pescara, Liborio Stuppia. Eminenti professori provenienti da prestigiose Università italiane ed estere si confronteranno sui diversi aspetti della ricerca e degli studi finamoriani: dall’etnologia, all’antropologia, alla demologia, delineando un profilo quanto più esaustivo del personaggio.

Mentre la mattinata di domenica 9 luglio, dal tema Gennaro Finamore e lo studio delle dinamiche di sviluppo dei territori interni, sarà introdotta dai saluti dei sindaci dei comuni di Gessopalena, Mario Zulli, e di Lanciano, Filippo Paolini, oltre che dal Presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna, e dal Rettore dell’Università di Teramo, Dino Mastrocola. In questa sessione, il focus sarà rivolto al concetto di localismo, visto l’impoverimento demografico e, di conseguenza, culturale delle aree interne dell’Abruzzo e di tante altre realtà.

Oltre al Comitato Organizzatore, le iniziative annoverano altri due importanti organi: il Comitato d’Onore e quello Scientifico composti da autorità e illustri membri delle più alte istituzioni culturali italiane ed europee.

Gennaro Finamore, nella sua lunga vita, produce opere che contribuiranno a fare la storia degli studi folklorici europei. Da medico, osserva gli abitanti delle campagne abruzzesi i quali, nonostante vivano in povertà e in condizioni igienico sanitarie precarie, mantengono un forte legame con le tradizioni, i proverbi, i canti e le credenze popolari. Da qui, Finamore sviluppa un interesse per le tradizioni popolari e il dialetto, che indaga con la metodologia storiografica ed etnografica tipica dell’antropologia culturale.

Gli studi che Finamore conduce in Abruzzo tra Ottocento e Novecento si intrecciano con la questione dell’unificazione del Paese e delle sue periferie: in maniera molto concreta e all’insegna dell’interdisciplinarità, lo studioso suggerisce piste che meritano di essere esplorate. Dopo aver contribuito a fondare gli studi folklorici italiani, Finamore lascia la professione medica per insegnare al Liceo Ginnasio “Vittorio Emanuele II” di Lanciano, dove diviene preside e sperimenta programmi didattici incentrati sulla cultura nazionale ed europea ma anche sulla conoscenza e sul rispetto delle culture regionali.

Nel 1880, a Lanciano, con l’editore Rocco Carabba, Finamore pubblica il suo significativo Vocabolario dell’uso abruzzese, uno dei primi dizionari dialettali in Italia e nel 1898, sempre con lo stesso editore, pubblica Dialetto e lingua, in cui si pone il problema dell’alfabetizzazione nelle campagne, e decine di altre opere su credenze, usi e costumi abruzzesi, tradizioni popolari, canti e novelle.

Rivolge la sua attenzione alle popolazioni povere dell’Abruzzo e del Molise, indagandone i costumi, le credenze e i linguaggi con una metodologia storiografica ed etnografica che è alla base delle antropologie culturali contemporanee. Speciale attenzione merita ricordare il suo pamphlet editato nel 1872 e che reca come titolo la significativa espressione Delle condizioni economico-agricole di Gessopalena. Manualetto di agricoltura pratica abruzzese.

L’ingresso alle iniziative è libero fino a esaurimento posti.

Sarà possibile seguire i lavori anche in diretta Facebook sulla pagina Fondazione Pescarabruzzo.








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