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comunicato stampa
Al Florian Espace di Pescara va in scena lo spettacolo I TRENI DELLA FELICITA’

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Sabato 18 marzo alle 20.45 e domenica 19 alle 18.00 terzo appuntamento al Florian Espace di Pescara la rassegna FEMMINILE PLURALE-l'Arte delle Donne con uno spettacolo di forte impatto emotivo vista la storia straordinaria che racconta,  ovvero l'impresa di trasportare migliaia di bambini (pare oltre 70mila) da famiglie povere del Sud al Nord per un periodo di "affido".

Una vicenda del dopoguerra che vede le donne protagoniste.

A raccontarcela è uno spettacolo della Fondazione Luttazzi Teatro della Tosse insieme all’associazione Madè di Genova con il patrocinio dell’Anpi, ideato e diretto da Laura Sicignano, che ha curato il testo insieme ad Alessandra Vannucci. In scena le interpreti che hanno contribuito anche con le loro storie a tessere la drammaturgia dello spettacolo sono Fiammetta Bellone, Federica Carruba Toscano, Egle Doria, accompagnate dalle musiche originali eseguite dal vivo da Edmondo Romano. I TRENI DELLA FELICITA’ questa storia nei libri di testo non c'è è un racconto talmente straordinario al punto da sembrare frutto di fantasia, ma è assolutamente vero e fa parte della nostra cultura.

Tre donne di età diverse e di diverse zone d’Italia si interrogano su quanto Storia e Memoria abbiano contribuito a costituire le loro identità presenti. La storia che vogliono narrare è un mito di fondazione dell’Italia e al tempo stesso una storia dimenticata: i “treni della felicità”, episodio dell’immediato secondo dopoguerra che vede protagoniste le donne dell’Udi, nell’organizzazione di convogli che portarono in “Alta Italia” circa 70 mila bambini provenienti da località italiane stremate dal conflitto. Le famiglie accoglievano i bambini in nome di un’Italia da ricostruire. Storie di abbandoni e di accoglienza, di dialetti incomprensibili, di abbracci senza smancerie. Un affresco di personaggi di un’Italia reale ed ideale, vissuta e sognata attraverso l’azione politica e solidale delle donne.

Il primo convoglio partì da Roma, Stazione Termini, il 19 gennaio del ‘46. Non era più un treno di morte come i convogli dei deportati, ma ricostruiva la vita.
A chiamarli “treni della felicità” fu il Sindaco di Modena; a lanciare l'iniziativa furono le donne della neonata UDI, a partire dall’idea di solidarietà laica che animava Teresa Noce, battagliera dirigente comunista e partigiana da poco rientrata dal campo di sterminio di Ravensbrük.

I lunghissimi viaggi in treno rappresentavano per i ragazzini un percorso di formazione, anche segnato dal trauma dell’abbandono, che coincideva con la conoscenza del paesaggio italiano distrutto dalla guerra. Pur non essendo ricche , le famiglie ospitanti accoglievano i bambini come figli, nell'idea che l’Italia si sarebbe risollevata e ricostruita grazie alla collaborazione di tutti. I piccoli vennero rivestiti, mandati a scuola, curati, in cambio di niente.

Lo spettacolo vuole indagare questo episodio dal punto di vista femminile, in una riflessione sulla maternità come condizione non solo biologica, ma anche etica e politica.

Le attrici dello spettacolo si mettono in scena con un atto di generosa autobiografia, in un processo di svelamento di sé, in relazione alla storia, come donne del presente che derivano da quelle donne, dialogano con esse e si interrogano sulle proprie scelte e la propria posizione in un modo diverso da quello di allora, che vorrebbero provare a trasformare, con un’azione di responsabilità personale.

Le tre attrici interpretano con minime trasformazioni del corpo personaggi diversi, con la delicatezza che richiede il maneggiare storie di vite vere, comprese le loro; trascorrono le diverse età della vita in pochi minuti, muoiono e rinascono, si commuovono e dichiarano l’assoluta verità della loro finzione; si fanno attraversare da ottant'anni di Storia, sopravvivendo a violenze insopportabili ed esercitando eroismi dimenticati, accompagnate da un unico uomo in scena, un musicista polistrumentista, un uomo capace di dialogare con loro attraverso la musica, il ritmo e il rumore per creare un mondo sonoro che evoca tempi e spazi reali e immaginari.

postPLAY a seguire, la sera della prima, la Compagnia incontra il pubblico in dialogo con Maristella Lippolis, scrittrice, Società italiana delle letterate.

Biglietto 12 €, ridotto 10. si consiglia di prenotare al 393/9350933 (anche whatsapp) e 085/2059278.










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