Politica e cultura a braccetto, finalmente: l'Abruzzo finanzia la sua più importante istituzione teatrale

2' di lettura 14/11/2016 - In un ‘periodo buio’ come quello attuale, in cui la sola parola ‘cultura’ sembra provocare l'orticaria perfino in alcune cariche istituzionali (come scordare l’ormai celebre ‘Con la cultura non si mangia’ di un Ministro dell'Economia di qualche tempo fa?), registriamo nella nostra regione quello che auspichiamo segni il punto di partenza per invertire finalmente la rotta.

E’ certo che i bisogni primari debbono, per definizione, essere soddisfatti in via prioritaria. È altrettanto vero, però, che l'Italia deve in ogni modo salvaguardare il proprio patrimonio artistico e culturale. E insieme a questi anche quelli, troppo spesso oltraggiati, attinenti la natura e il paesaggio. Un Paese come il nostro dovrebbe e potrebbe vivere di questo. L'Abruzzo, con tutte le sue piccole-grandi meraviglie e con le sue eccellenze ad alta valenza economica (vogliamo parlare di vino, di olio o più in generale della cucina tradizionale?) è assolutamente all'altezza di queste aspettative.

Ce lo raccontano gli stranieri che, nonostante tutto, scelgono la nostra regione come meta delle loro vacanze, restando a bocca aperta nello scoprire tesori che noi, forse, sottovalutiamo. Chi scrive ha registrato lo stupore di alcuni amici tedeschi mentre ammiravano lo spettacolo offerto dall'ottocentesca struttura del Teatro Marrucino, vero e proprio gioiello che arricchisce l'offerta culturale non solo della città nella quale è ubicato, bensì quella di tutta l'area metropolitana, e quindi anche Pescara e Montesilvano, per non dire dell'intera regione.

Ben venga, in tal senso, lo stanziamento annuale predisposto dalla Regione Abruzzo per questo stupendo teatro che, in attesa di celebrare il proprio bicentenario, ha recentemente registrato lo straordinario successo della Traviata di Giuseppe Verdi e ha in programma, tra l'altro, la rappresentazione dell'opera più amata di Giacomo Puccini, La Tosca.

L'onere (e l'onore, ovviamente) non spetta solo alla politica. Dobbiamo essere noi cittadini abruzzesi i più strenui difensori della nostra cultura e del nostro patrimonio. Scegliendo di nutrirci della 'Grande Bellezza' di cui la nostra terra è così prodiga, saremmo senz'altro tutti più ricchi.






Questo è un articolo pubblicato il 14-11-2016 alle 17:01 sul giornale del 15 novembre 2016 - 549 letture

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