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Il pasticcio-Strada Parco finisce da Giletti: vecchi filobus romani a Pescara? Un servizio di Rai1 scatena la protesta: ‘Ennesima fregatura’

L’ennesimo capitolo di una vicenda che si trascina da anni, e che vede al centro la destinazione d’uso dell’ex tracciato ferroviario, arriva da L’Arena, nota trasmissione televisiva condotta da Massimo Giletti (foto). Nel corso della puntata andata in onda domenica scorsa, infatti, Giuseppe Cassino, ex dirigente ATAC e attualmente direttore generale di TUA, avrebbe fatto intendere di essere disponibile a valutare l’ipotesi di spostamento di una decina di mezzi inutilizzati da Roma a Pescara, prendendo come si suol dire ‘due piccioni con una fava’. Ovvero, se da una parte si alleggerirebbe il deposito ATAC eliminando macchine costosissime e ferme da anni, dall’altra si andrebbe a coprire il ‘buco’ causato dal fallimento della società olandese che avrebbe dovuto fornire i mezzi per la Strada Parco. Questa prospettiva è bastata per scatenare la protesta del coordinamento 'No filovia', che da tempo si batte per la tutela della Strada Parco.
“I vecchi filobus romani non li vogliamo – tuona il portavoce Ivano Angiolelli - , sarebbe ora che si muovesse la Procura Regionale della Corte dei Conti. Finora li abbiamo chiamati errori, ma si tratta di un benevolo eufemismo! Milioni di euro dispersi, danni al patrimonio comune, zero benefici per i cittadini. A Roma hanno acquistato 45 filobus senza che le infrastrutture fossero pronte, a Pescara hanno realizzato malamente il sistema di elettrificazione per accogliere, insieme all'ex dirigente ATAC, i filobus obsoleti di Roma, costretti a viaggiare a gasolio (1 litro/km) fuori dal tracciato dedicato, assolutamente inadeguato alla bisogna. A che titolo parla il direttore generale TUA? A titolo personale oppure su mandato del Consiglio di amministrazione?”
E mentre da TUA fanno sapere che ad oggi non è in piedi alcun progetto di riutilizzo dei vecchi mezzi dell’ATAC, lo stesso Angiolelli alza il tiro sulla Giunta regionale, bocciando la cosiddetta ‘Operazione verità’ promossa dal presidente D’Alfonso. “Si tratta di una vicenda penosa, che rischia di trasformarsi in una commedia degli equivoci”.
Sulla questione è intervenuto anche l’ex parlamentare di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, che ha parlato di una vera e propria “fregatura”.
“TUA – sottolinea Acerbo - è una società della Regione, e in campagna elettorale D'Alfonso si era impegnato a fermare il progetto, ma finora non ha fatto nulla per bloccarlo visto che non risulta alcun atto di indirizzo rivolto alla stessa società dei trasporti. Il rallentamento dei lavori è solo conseguenza del fallimento della Balfour Beatty e ora ci vogliono rifilare i mezzi dell'ATAC”.
“Ricordo che D'Alfonso già da sindaco si impegnò a fermare l'appalto al 92° minuto – conclude -, e invece fu proprio il cda di centrosinistra ad aggiudicarlo sottraendosi poi alla procedura di VIA che avrebbe fatto emergere incongruenze del progetto. Ora siamo alla seconda puntata della farsa?”

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