Fischi e insulti fuori, applausi dentro: le 9 ore di Matteo Renzi a Pescara

La presenza decine di poliziotti e carabinieri in tenuta anti-sommossa, insieme alla decisione del premier di utilizzare un ingresso secondario, smarcandosi così dalla bordata di fischi e insulti, li hanno infine spinti a desistere, e gran parte dei presenti ha quindi deciso di convergere sulla manifestazione di protesta partita da piazza Sacro Cuore e snodatasi nelle vie del centro cittadino (foto).
All’interno del Teatro, accolto in pompa magna dalle più alte cariche istituzionali locali, il presidente del Consiglio ha cercato di smorzare le polemiche sorte intorno alla sua presenza al Festival delle Letterature giusto a pochi giorni dal decisivo referendum. “Di referendum qui non parlo – ha spiegato sul palco del FLA -, tra l’altro la mia partecipazione è stata concordata molto prima di stabilire la data del voto”.
La sua giornata pescarese era iniziata qualche ora prima al Porto Turistico dove, accolto anche qui dalle autorità, ha incontrato gli operatori economici dicendosi “felicissimo di essere a Pescara e in Abruzzo”. “L’economia sta ripartendo – ha dichiarato nel discorso di saluto -, tutti gli indicatori sono positivi e la caduta si è arrestata”.
Dopo il pranzo in un noto ristorante del Marina di Pescara, Renzi si è diretto a Spoltore per presenziare all’inaugurazione della scuola media Dante Alighieri, ristrutturata secondo i criteri antisismici grazie ai contributi pubblici. “So bene che la riforma ha creato anche squilibri – ha sottolineato rivolgendosi in particolare agli insegnanti – ma stiamo lavorando per risolvere tutto”.
Tappa quindi all’Aurum, con la sottoscrizione degli interventi previsti dal Masterplan per l’Abruzzo, e passaggio al Circus, dove solo la decisione di entrare da un ingresso laterale gli ha consentito di evitare l’impatto con i fischi dei pescaresi. “Aspettiamo qui da oltre un’ora – ha spiegato uno studente intorno alle 18.50 – ma Renzi non si è fatto vedere: probabilmente è già dentro, e ha preferito evitare la contestazione”.
A poche centinaia di metri, intanto, circa 1500 persone sfilavano tra le vie del centro e tra cori, canti e striscioni hanno pacificamente ‘spiegato’ a tutti le ragioni del ‘No’ (foto). "In 48 ore - ha dichiarato Maurizio Acerbo, in prima fila nell'organizzazione del corteo - abbiamo raccolto più gente per il #NoRenzi che tutta la macchina organizzativa del presidente della Regione. E' stata una festa della democrazia e della Costituzione".
L’ultimo appuntamento prima di rientrare nella capitale è a Palazzo di Città, e proprio qui il premier ha riservato l’attacco più duro ai suoi avversari politici: “Sono bravi solo a insultarmi – ha tuonato prima di salutare tutti -, ma di idee in comune neanche se ne parla. Noi invece guardiamo al futuro e chiediamo agli italiani di avere fiducia”.

Questo è un articolo pubblicato il 11-11-2016 alle 11:36 sul giornale del 12 novembre 2016 - 554 letture
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