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Studenti ‘spronati’ a partecipare al comizio di Renzi, è bufera nelle scuole abruzzesi. Il caso approda in Parlamento: ‘Indegno servilismo’

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Cultura o servilismo? Letteratura o propaganda elettorale? Le nubi intorno alla XIV edizione del FLA Pescara sono sempre più fitte: i primi a denunciare i fatti sono stati proprio loro, gli studenti ‘incentivati’ a partecipare all’intervento di Matteo Renzi nel corso della giornata inaugurale del Festival, prevista per oggi alle ore 18 presso il Teatro Circus.

Stando alla denuncia dei ragazzi del Collettivo Studentesco, rilanciata in queste ore da diverse sigle aderenti al corteo di protesta ‘No Renzi’, l'Ufficio Scolastico Regionale avrebbe inoltrato un ‘invito’ ai Dirigenti Scolastici a far partecipare gli studenti all'incontro con il premier. Ma c’è di più: sempre secondo gli studenti, la circolare parlerebbe apertamente di un ‘attestato’ rilasciato ai partecipanti all’evento.

"È inaccettabile – scrivono i portavoce del Collettivo - che si invitino le scuole a partecipare all'incontro di apertura del FLA, che prevede una intervista al premier Matteo Renzi in piena campagna elettorale per il referendum costituzionale. ‘In cambio’, si offre un attestato di partecipazione”. Ma gli studenti, almeno secondo quanto riporta il coordinatore del Collettivo Saverio Gileno, avrebbero ben altre intenzioni. "Saremo tutti in piazza per dire NO a Renzi – sottolinea Gileno -, alle politiche del governo e a questo clima servile nei confronti del premier".

Ancora più duro è il commento dell’ex parlamentare pescarese Maurizio Acerbo, tra i più attivi sul fronte del ‘No’ a Matteo Renzi: “Troviamo davvero degno di un regime di altri tempi che per riempire le sale al tour elettorale del presidente del Consiglio si debbano strumentalizzare gli studenti – sbotta Acerbo -, al mattino elementari e medie, nel pomeriggio ogni ordine e grado. Non solo si usa il Festival per una marchetta elettorale inopportuna, con il marito della neonominata direttrice di Rai3 incaricato di intervistare il premier, ma si utilizzano pure le istituzioni scolastiche per un'operazione davvero di cattivo gusto”.

Dopo aver fatto il giro del web, grazie ad una interrogazione a risposta scritta del deputato pescarese di Sinistra Italiana Gianni Melilla, il caso è finito addirittura in Parlamento.

“Si tratta di un’inaccettabile forzatura – scrive il parlamentare –, e soprattutto appare una evidente ingerenza considerando che siamo in piena campagna elettorale per il referendum”. Proprio per questo Melilla ha invitato il ministro Stefania Giannini a fare immediatamente chiarezza sulla vicenda, ma soprattutto a “verificare se tale notizia corrisponda al vero e in caso affermativo valutare le responsabilità e le motivazioni di tale scelta inqualificabile da parte dell’Ufficio scolastico abruzzese”.