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Sisma, la paura del giorno dopo: dallo stadio al viadotto, i danni a Pescara e provincia. 40 fuori casa a Penne, dipendenti della Regione terrorizzati

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terremoto tra marche e lazio
36 ore dopo la spaventosa scossa di terremoto che ha sconvolto il centro Italia, a Pescara la paura tra i cittadini è ancora tanta, e anche se non sono state rilevate situazioni particolarmente critiche, in riva all’Adriatico e soprattutto in provincia non mancano i motivi di preoccupazione.

Dai danni al viadotto ‘Sorgente’ di Popoli sull’autostrada A25, passando per le crepe allo stadio Adriatico, in queste ore i tecnici dei vari Comuni della provincia unitamente ai Vigili del Fuoco sono occupati in un frenetico lavoro di mappatura del territorio. La situazione risulta particolarmente tesa a Penne, dove 40 persone (in gran parte bambini e anziani che vivono da soli) hanno trascorso la notte nel Palatenda, assistiti dai volontari della Croce Rossa. Proprio a Penne la scossa delle 7.41 di domenica è stata avvertita con particolare intensità, ed ha causato il crollo di cornicioni nel centro storico.

Ma le tensioni non sono mancate neanche a Pescara, dove stamattina diversi dipendenti della Regione si sono rifiutati di entrare negli uffici di via Raffaello. Il motivo? La stabilità dell’edificio sarebbe stata già messa a dura prova dal precedente sisma del 26 ottobre, e la nuova scossa, sempre secondo alcuni dipendenti, potrebbe mettere in pericolo la sicurezza del personale e dell’utenza. Da qui, la richiesta di verifiche approfondite e di nuovi sopralluoghi tecnici da parte dell’amministrazione regionale.



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