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La riforma della scuola è un disastro: docenti abruzzesi scatenati. Il 10 novembre Renzi sarà a Pescara: autocelebrazione o pentimento?

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Docenti sbattuti a centinaia di chilometri da casa, con tanti saluti a mogli, mariti e figli; insegnanti con anni di esperienza costretti a rinunciare al proprio lavoro, nonostante l’abilitazione e duri sacrifici; professionisti plurititolati spinti a partecipare a un concorso-farsa, in moltissimi casi bocciati senza tanti riguardi e poi magari richiamati per far parte delle stesse commissioni giudicatrici (!!!).

Nel gran calderone della scuola italiana, dopo la riforma voluta dal duo Renzi-Giannini, c’è questo e molto altro, e al disastro non sfuggono i docenti abruzzesi. Ne sanno qualcosa i membri di ‘Nastrini Rossi’, che con tanto di candele accese tra le mani e un nastrino ai polsi – simbolo di amore per la propria terra, la scuola e la famiglia – venerdì 28 ottobre prenderanno parte ad una manifestazione organizzata nei pressi della sede della Regione Puglia, a Bari.

Del gruppo, composto da migliaia di docenti ‘deportati’ grazie alla cosiddetta ‘Buona scuola’ di Matteo Renzi, fa parte anche una nutrita delegazione abruzzese. “Il nuovo sit-in – si legge in una nota dell’organizzazione - è stato allestito in vista dell’appuntamento del 2 novembre, quando le organizzazioni sindacali e il Miur decideranno le sorti dei docenti deportati dalla nuova mobilità. Lo scopo è quello mantenere alta l’attenzione sulle problematiche di migliaia di persone che, pur di svolgere la loro professione, sono state costrette ad aderire al piano nazionale che le ha portate ad ottenere cattedre al centro-nord Italia, quando le possibilità di insegnare al sud ci sono”.

Nonostante il ministro Giannini si ostini a negare l’evidenza, testimoniata tra l’altro dal caos che regna in questi giorni nelle scuole italiane, i nuovi criteri di assegnazione delle cattedre hanno prodotto situazioni paradossali. “Basti pensare – scrivono ancora i ‘Nastrini’ - agli oltre 900 posti a tempo determinato, tra deroghe e organico di fatto, messi a disposizione dall’USR Abruzzo, a fronte dei 400 docenti costretti a spostarsi al nord. Cattedre messe a disposizione solo per l’anno scolastico 2016/2017, che però rendono bene l’idea di come i docenti abruzzesi, sia a tempo indeterminato che precari, servano nella nostra Regione”.

In ogni caso, si tratta di scelte insensate che hanno spinto gli insegnanti abruzzesi ad unirsi ai colleghi pugliesi, campani, siciliani, lucani e calabresi per mandare avanti la protesta. “Il nastrino rosso – scrivono ancora i docenti - simbolo del legame con la propria terra d’origine, la scuola e la famiglia, in questo modo diventerà anche il simbolo dell'unione tra insegnanti lontani, ma accomunati dalla stessa battaglia”.

L’Abruzzo sarà presente con una delegazione di circa 20 persone, in rappresentanza degli oltre 400 insegnanti spediti fuori regione.

E proprio in queste ore caldissime sul fronte scuola, è giunta la notizia che il presidente del Consiglio Matteo Renzi (foto) sarà a Pescara per inaugurare la XIV edizione del Festival delle Letterature dell’Adriatico. Sebbene risulti quanto meno ‘sospetto’ il fatto che il premier, dopo quasi 3 anni di governo, abbia atteso la vigilia di un referendum che si annuncia decisivo per le sue sorti politiche prima di farsi vedere da queste parti, l’occasione potrebbe essere propizia per chiedere direttamente a lui qualche spiegazione sul disastro perpetrato ai danni della scuola italiana.

Visto lo scenario del festival, dove salvo sorprese si parlerà di ‘cultura e letteratura’, la scuola dovrà necessariamente rappresentare uno dei temi centrali dell’intervento. A meno che, come temono in molti, il premier abbia scelto il prestigioso palcoscenico del FLA Pescara solo per l’ennesima autocelebrazione personale o, peggio ancora, per lanciare malaugurati appelli pre-elettorali che nulla hanno a che vedere con ‘cultura e letteratura’.