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Disoccupazione alle stelle e aziende in fuga: il piano del M5S per rilanciare il lavoro. Mercante: 'D'Alfonso la smetta di prendere in giro gli abruzzesi'

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Mentre Luciano D'Alfonso è ancora alle prese con 'laboratori di idee' e 'fonderie per l'Abruzzo', i numeri forniti da Istat e Confartigianato mostrano come la disoccupazione sia in costante crescita nella nostra regione, e la cittadinanza chiede risposte concrete. In questo senso si muove il Movimento 5 Stelle, che ha depositato una proposta di legge per sostenere l’occupazione sul territorio abruzzese.

Come illistrato dai promotori dell'iniziativa, il piano 'Lavoro Abruzzo' punta a favorire la permanenza delle aziende all’interno della Regione, attraverso agevolazioni, incentivi e finanziamenti, a patto però che le imprese stipulino contratti di insediamento per garantire il mantenimento dei posti di lavoro e dei livelli occupazionali in Abruzzo. Infine, si prevede anche la revoca dei contributi per quelle imprese che al contrario decidono di trasferirsi all’estero.

“E’ questo – ha spiegato Riccardo Mercante, primo firmatario della legge – il solo modo che abbiamo per risollevare l’Abruzzo da una situazione di crisi profonda che non accenna affatto a diminuire”. “Sono anni – prosegue il portavoce del M5S in Consiglio regionale – che assistiamo alla chiusura continua di aziende sul nostro territorio, con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. Anche quelle aree connotate in passato da una spiccata vocazione produttiva stanno subendo un inesorabile processo di desertificazione. Il risultato è che la nostra Regione è sempre più povera e i cittadini sono costretti a fare i conti con la mancanza di lavoro”.

“Fare impresa in Abruzzo – sottolinea Mercante - sta diventando sempre più difficile e le aziende preferiscono chiudere i propri stabilimenti e trasferirli all’estero, dove il costo del lavoro e la pressione fiscale sono più bassi e la burocrazia più snella. Nonostante si tratti di un fenomeno gravissimo e di rilevanza tale da aver spinto la legislazione comunitaria a contrastare le delocalizzazioni produttive, il problema permane a tutt’oggi, soprattutto a causa della mancata adozione, da parte delle Regioni, di una normativa in merito”.

“La nostra proposta di legge va a colmare proprio queste lacune – conclude -, e ora un Governo regionale responsabile dovrebbe legiferare in modo concreto in materia di lavoro e smetterla di prendere in giro i cittadini con leggi astratte che contengono mere enunciazioni di principi. Quello che serve è aiutare le imprese e salvaguardare l'occupazione attraverso azioni mirate e concrete, e non un sostegno fatto solo di chiacchiere”.