SEI IN > VIVERE PESCARA > ATTUALITA'

articolo
Disastro ferroviario in Puglia, anche l’Abruzzo è a rischio: il 76,5% della rete è a binario unico!

3' di lettura
660

Mentre è ancora vivissima la rabbia per il disastro occorso due giorni fa in Puglia, con la morte di 23 persone e il ferimento di decine di passeggeri, questa tragedia ha riacceso i riflettori sulla arretratezza del sistema ferroviario del meridione.

Non c’è bisogno di essere esperti del settore per rendersi conto di come larga parte dell’Italia sia dotata di una rete ferroviaria che non è neanche lontanamente paragonabile all’offerta presente nelle regioni del centronord.

“Sulla linea adriatica – denuncia il parlamentare pescarese Gianni Melilla - di cui è parte importante l'Abruzzo con il grande nodo di Pescara, non c'è l'alta velocità; le Frecce Rosse, solo recentemente istituite, sono poche e con orari scomodi e non appropriati, le Frecce Bianche sono insufficienti, i treni notturni sono stati assurdamente ridimensionati, la politica tariffaria penalizza fortemente gli utenti al punto tale che si viaggia con biglietti più cari di quelli riservati all'alta velocità nella linea tirrenica”.

Un dato su tutti però getta una luce sinistra sul sistema di trasporto locale: come evidenziato dallo stesso Melilla, sui complessivi 401 km di rete ferroviaria (appena 39,3 km ogni centomila abitanti), addirittura il 76,5% è a binario unico, mentre il 39,3% della linea non risulta neanche elettrificato. Il dato stride rispetto a quello nazionale, dove risulta a binario unico appena un terzo del tracciato.

Ma c’è di più: “I treni che si utilizzano nella nostra regione – prosegue Gianni Melilla - sono tra i più vecchi in dotazione, in particolare quelli dedicati al trasporto pubblico locale spesso sono sporchi, non dispongono di climatizzazione, frequentemente hanno guasti, non hanno servizi igienici accettabili, non forniscono servizi di bar o ristorazione”.

Basti pensare alle linee interne, che collegano Pescara con Sulmona, Avezzano e Roma, dove l'offerta di treni risulta costantemente in calo, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. “L'Abruzzo deve sollevarsi socialmente e politicamente – conclude il parlamentare -, le istituzioni devono rovesciare il tavolo delle trattative con Trenitalia e assumere iniziative clamorose per salvare il futuro del nostro sistema ferroviario, altrimenti destinato alla morte per consunzione”.

La denuncia è stata raccolta anche da Federconsumatori Abruzzo, che punta il dito contro il sistema politico.

“L'errore umano non è del macchinista – si legge in una nota stampa diffusa dopo l’incidente in Puglia – ma semmai dei politici e della classe dirigente che non hanno implementato i sussidi tecnologici necessari ad evitare il disastro, pur avendo a disposizione i mezzi finanziari. Tutti adesso continuano a dire che c'è una differenza inaccettabile tra il nord e il sud in campo ferroviario. Questo è vero, non solo per quanto riguarda l'ambito infrastrutturale, ma ancor di più per quanto riguarda l'offerta. Nel nostro sud non c'è l'Alta Velocità, ma i biglietti per chi viaggia sulle Frecce Bianche costano più di quelli delle Frecce Rosse dell'AV; questo è uno scandalo che non produce morti (per fortuna) ma solo quotidiani furti nelle tasche dei cittadini, senza che la politica abbia niente da dire”.

“Nel nostro sud – prosegue il comunicato - da un paio di decenni mancano collegamenti regionali tra Pescara e Foggia. Mancanza che costringe i cittadini (soprattutto studenti) a pagare un biglietto 3 volte superiore a quello di altre analoghe realtà. Nel nostro sud, lungo la Direttrice Adriatica, abbiamo avuto una riduzione dei posti offerti sulle Frecce Bianche, senza nessuna alternativa con i treni regionali veloci. Al punto che in molti periodi (pasquale, natalizio, estivo) i cittadini non possono viaggiare tra Pescara e Bologna per mancanza di posti disponibili. Sulla linea Napoli-Roma-Firenze (ed anche altrove) i cittadini dispongono sia dell'AV, che dei treni regionali veloci, nel nostro sud né dell'uno, né dell'altro. Nel nostro sud nel 1970 si raggiungeva Roma da Pescara in 3 h e 3', oggi ne occorrono mediamente 4”.