Tre Comuni abruzzesi dichiarano guerra alla ludopatia. La terribile testimonianza di Luca: ‘Distrutto dal poker online’

3' di lettura 16/12/2015 - Le istituzioni locali fanno fronte comune contro la dipendenza patologica da gioco: a gridare ‘Stop the Game’ sono i Comuni di Spoltore, Cepagatti e San Giovanni Teatino, che in collaborazione con l’associazione Collegamenti hanno presentato un progetto teso a contrastare le ludopatie. (foto dal web)

“Si tratta di un fenomeno in grande ascesa – hanno spiegato i responsabili dell’associazione -, che coinvolge quasi tutte le fasce sociali della popolazione, dai ragazzi a pensionati. Basti pensare che in Abruzzo si spendono in media 917 euro a persona per le slot machine".

In occasione del decennale della fondazione, Collegamenti propone quindi un progetto molto ambizioso, in cui per la prima volta, come spiega il presidente Antonio Maccarone, “una equipe di sette psicoterapeuti fornirà informazioni, sostegno, consulenza e anche cure specialistiche, il tutto a titolo completamente gratuito grazie alla lungimiranza delle amministrazioni comunali coinvolte”.

In sintesi, il progetto Stop the game prevede l'attivazione di un numero verde attivo 12 ore al giorno, di una chat istantanea per parlare con gli esperti, l'accesso a un portale specializzato, un’opera di sensibilizzazione con incontri nelle scuole e nelle diverse realtà del territorio, la formazione di gruppi terapeutici, una consulenza diagnostica e, infine, l'avvio di gruppi di mutuo-aiuto.

Nel biennio 2014/2015 l'associazione ha fornito sul territorio di Spoltore e di Cepagatti oltre 9mila ore di reperibilità telefonica, più di 300 ore di sportello d’ascolto e 1000 ore dedicate ai social forum e alle chat online.

A testimoniare la gravità del fenomeno sono i tanti utenti che si sono rivolti agli esperti per uscire da situazioni ormai insostenibili. "Sono tante le storie drammatiche di persone piegate in due dal gioco, e poi svuotate di tutto: dai soldi alla dignità – conferma Marianna Piccioni, psicologa e psicoterapeuta -, persone che ottengono un soccorso dall’Asl oppure da associazioni come la nostra, che mettono a disposizione esperti in grado di aiutarli a rompere la catena della dipendenza".

Significativa è in tal senso la testimonianza di Luca, 35enne abruzzese letteralmente rovinato dal gioco: “Ho cominciato da adolescente – racconta -, tra amici, con il poker. Poi i miei compagni hanno abbandonato i tavoli e io ho cominciato con il poker online. E’ stata la mia rovina. Mi sono isolato dal mondo, non ho più nessuno, ho perso i contatti con la realtà. Pensavo potesse diventare il mio lavoro. Nella vita mi consideravo uno stratega e credevo di poterlo essere anche nel poker. Un anno fa sono stato affetto da una forma leucemica, ma il mio vero tumore è il gioco. So che è più facile curare la mia malattia che uscire dal circuito della dipendenza. I colori, l’odore del mio sigaro che mi accompagna nelle partite, il mio pc e poi quei suoni mi producono un eccitazione tale che è davvero difficile smettere. Tuttavia, e con grande fatica, sono 2 mesi che non gioco e un giorno alla volta sto cercando di riprendermi”.

Maggiori informazioni sul progetto sono disponibili sul sito www.dipendenzagioco.org/


di Marco Verri
redazione@viverepescara.it





Questo è un articolo pubblicato il 16-12-2015 alle 19:45 sul giornale del 17 dicembre 2015 - 569 letture

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