Ombrina, ha vinto il popolo abruzzese. Melilla spiega i motivi della resa: ‘Renzi terrorizzato dai referendum’

1' di lettura 15/12/2015 - Nel cuore della notte del 14 dicembre, quando a Roma mancavano pochi minuti alle 2, la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha messo probabilmente la parola fine al progetto petrolifero che da anni infiamma l’Abruzzo. Tutto questo, grazie all’emendamento alla Legge di Stabilità che, se approvato, porterà al ripristino del limite di 12 miglia per le perforazioni petrolifere sulla costa.

E mentre continuano a fioccare le reazioni all’inattesa decisione del governo c’è chi, come il parlamentare pescarese Gianni Melilla, prova a spiegare le ragioni di un dietrofront per molti aspetti clamoroso.

“Il Governo Renzi – dichiara il deputato -, terrorizzato dai referendum delle 10 Regioni italiane, ha fatto marcia indietro recependo i quesiti referendari”.

Entrando nel dettaglio, come sottolinea Melilla, con l'emendamento n 16.293 alla Legge di Stabilità 2016 si dispone il blocco dei procedimenti in corso di ricerca e coltivazione di idrocarburi entro le 12 miglia dalla costa; l'eliminazione della dichiarazione di strategicità, indifferibilità e urgenza delle attività petrolifere; la cancellazione del vincolo preordinato all'esproprio della proprietà privata già a partire dalla ricerca degli idrocarburi; la limitazione delle attività di ricerca e di estrazione attraverso l'eliminazione delle proroghe; la garanzia della partecipazione degli enti territoriali ai procedimenti per il rilascio dei titoli.

“Esce sconfitta la linea di chi puntava sul petrolio – incalza il parlamentare -, che il governo Renzi e la sua maggioranza di centrodestra hanno portato avanti in questi ultimi anni. Ma hanno dovuto cambiare linea – conclude -, visto che alla fine ha vinto il popolo abruzzese che da anni si batte contro Ombrina, un progetto irrazionale economicamente oltre che rischioso per l'ambiente”.










logoEV