7 donne su 10 vogliono fare le imprenditrici: i (sorprendenti) risultati del Rapporto Amway

E’ questo il primo dato importante sull’imprenditoria femminile emerso dai risultati del Rapporto Globale Amway, effettuato in 44 Paesi e su un campione di 49.775 tra uomini e donne di età compresa fra i 14 e i 99 anni.
Il Rapporto è stato presentato questa mattina alla Camera di Commercio di Pescara, in occasione del convegno “Il ruolo delle donne e della formazione per lo sviluppo dell’imprenditorialità”.
L’iniziativa, organizzata dallo stesso Ente camerale in collaborazione con Amway, azienda leader mondiale nel settore della vendita diretta, ha inteso indagare quale sia l’effettiva percezione che l’universo femminile in Italia ha dell’autoimprenditorialità ed il ruolo che il nostro Sistema Paese può giocare nel favorire e valorizzare questo importantissimo 'driver' per la crescita economica.
Per l’Italia i dati emersi presentano uno scenario confortante: in generale il 73% degli intervistati in Italia mostra un atteggiamento positivo verso l’imprenditorialità, dato sostanzialmente invariato rispetto al 2014 e in linea con la percentuale europea (72%) e mondiale (75%). In particolare, nel nostro Paese tra chi si dichiara favorevole all’imprenditorialità spiccano i giovani under 35 (81%) e i laureati (88%).
Confermato il trend positivo al femminile, con il 69% delle donne che mostra propensione verso il lavoro autonomo. Le percentuali più interessanti sono però quelle che riguardano la potenzialità imprenditoriale: il 42%, infatti, si vede capace di iniziare un’attività in autonomia, contro il 38% della media europea e il 43% di quella mondiale, e in particolare sono ancora i giovani (52%) e i laureati (57%) a mostrare il potenziale più elevato.
Di grande rilievo l’analisi dei dati al femminile, che denotano il miglior trend di crescita dal 2013 a oggi, passando dal 32% all’attuale 38,5%, riducendo il gap rispetto agli uomini di quasi 12 punti percentuali (da - 19% a - 7,5%) in soli due anni. Quanto alle motivazioni che spingerebbero gli italiani ad intraprendere l’attività d’impresa, è possibile constatare come l’indipendenza dal datore di lavoro (46% Italia, 47% Europa, 48% Mondo) e l’autorealizzazione (41% Italia, 43% Europa, 44% Mondo) rimangano negli anni saldamente al vertice della classifica, mentre a seguire troviamo la prospettiva di un extra guadagno (23% Italia, 33% Europa, 37% Mondo).
E’ da segnalare, inoltre, come le donne italiane cerchino nel lavoro autonomo la possibilità di conciliare casa e lavoro, elemento che si posiziona al terzo posto tra le leve all’autoimprenditorialità con il 25%, mentre rimane all’ultimo posto per gli uomini (17%).
Ma dove si insegna a fare impresa? Secondo il 35% degli italiani sono fondamentali le Camere di Commercio, attraverso specifici programmi di formazione e programmi di start-up. Infine, un dato particolarmente allarmante in Italia riguarda l’offerta formativa, ritenuta non sufficiente dal 64% degli intervistati (43% in Europa).
“Apprendo con piacere che da questo studio emerga l’apprezzamento verso il sistema camerale – ha commentato il presidente della CCIAA di Pescara, Daniele Becci – perché effettivamente è quello che offre risposte più immediate ed efficaci al mondo imprenditoriale. Di contro, paghiamo lo scotto di un Sistema Paese che non garantisce risposte certe. Occorre – ha incalzato Becci – una riforma radicale capace di agevolare il percorso di coloro che intendono intraprendere il lavoro autonomo, investendo risorse proprie. Manca ancora quel salto di qualità che altri Paesi invece sono riusciti a compiere”.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 20-11-2015 alle 16:26 sul giornale del 21 novembre 2015 - 750 letture
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