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Renzi arriva dopo 18 mesi, accoglienza-shock degli abruzzesi: uova, scontri in piazza, cariche della Polizia e 3 feriti

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Matteo Renzi l’aveva promesso a Big Luciano giusto 12 mesi fa: ‘Presto sarò a L’Aquila’. Un anno dopo, e a 18 mesi esatti dal trionfale approdo a Palazzo Chigi, il premier ha deciso di onorare la promessa, concedendo agli abruzzesi una visita-lampo di circa un’ora.

L’accoglienza, però, non è stata delle migliori: tra le proteste dei comitati No Triv e dei precari della scuola, sin dalle prime ore del pomeriggio a L’Aquila si è scatenato il caos. Cortei non autorizzati, striscioni polemici e lancio di uova a parte, il bilancio degli scontri con la Polizia a pochi metri dalla sede del Comune parla chiaro, con 3 feriti, una poliziotta contusa e il primo degli appuntamenti del presidente del Consiglio cancellato dall’agenda.

Dopo gli annunci-shock che hanno caratterizzato le precedenti visite al Meeting di Rimini e a Pesaro (“Nel 2016 aboliremo tasi e imu per tutti gli italiani”), il premier è sbarcato in Abruzzo alle 17.30. Bruciato il primo passaggio in Municipio, Renzi si è presentato alla sede del Gran Sasso Science Institute, accolto all’esterno dai fischi dei comitati per la ricostruzione del capoluogo, a cui per l’occasione hanno dato man forte gli attivisti anti-petrolizzazione e gli insegnanti contrari alla ‘Buona Scuola’. Anche qui non è mancato il contatto fisico tra manifestanti e forze dell’ordine, che per riportare la calma hanno risposto con una carica.

Le prime parole di Renzi sono dedicate proprio a chi lo aveva accusato di ‘snobbare’ la città terremotata: “Sin da subito – chiarisce il premier – mi ero ripromesso di non mettere piede a L’Aquila finché la situazione non fosse chiarita: non ho nessuna intenzione di anteporre la spettacolarizzazione alla soluzione dei problemi. Per troppo tempo L’Aquila è stata sotto i riflettori, ma ora è il momento dei fatti”.

“I soldi per la ricostruzione ci sono – ha assicurato l’ex sindaco di Firenze – e tra meno di un anno tornerò per vedere i cantieri in centro storico”.

Chiuso l’intervento e respinte al mittente le polemiche affermazioni di un consigliere comunale, Renzi è filato dritto a Roma, lasciando senza risposte quanti attendevano qualche dichiarazione sugli altri ‘temi caldi’ della Regione, a partire dalle trivelle nel mare Adriatico. Con affettuosi saluti, tanto per gradire, ai manifestanti e alle centinaia di insegnanti che da mesi attendono risposte.