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Dall’ex Cofa al centro cittadino, il triste esodo degli ‘invisibili’. L’assessore: ‘Rifiutano ogni aiuto’

Un italiano, 3 rumeni e una donna polacca: era questa la composizione dello sgangherato gruppo di invisibili, rimasti senza punti di riferimento dopo l’avvio delle operazioni di abbattimento della struttura in cui per mesi avevano trovato riparo. In un sottopasso di via Orazio, a due passi dalla Cattedrale di San Cetteo, il gruppetto si era accampato portando con sé materassi, fornelli da campeggio e vestiti, passando le giornate ad elemosinare qualche spicciolo ai passanti. Due giorni fa però è intervenuto il Servizio di Sicurezza Urbana Degrado e Polizia Ambientale, guidato dal maggiore Donatella Di Persio, che ha effettuato lo sgombero dei senza fissa dimora, dando il via libera ad Attiva per igienizzare gli spazi occupati.
Nelle stesse ore, le forze dell’ordine sono intervenute nell’Area di Risulta, smantellando sei tende che negli ultimi tempi erano divenute punto di riferimento per una trentina di rumeni. Come riferito dal Comando di Polizia Municipale, al sopraggiungere delle pattuglie gli occupanti sono ritornati nelle tende e hanno lasciato libera l’area, ripulendola da oggetti, materassi e avanzi di cibo. Anche in questo caso si tratta di stranieri, in gran parte mendicanti rumeni.
“Vogliamo solo raccogliere un po’ di soldi per tornare a casa – racconta uno di loro -, e questi continui sgomberi non servono a niente, a meno che non vogliano eliminarci fisicamente oppure riportarci nelle nostre città. Ci sposteremo in un’altra zona – conclude l’uomo, un 40enne di etnia Rom -, in attesa che vengano a cacciarci anche da lì...”
“E’ nostra intenzione intensificare controlli e monitoraggio delle zone sensibili della città – spiega l’assessore alla Sicurezza Adelchi Sulpizio -, al fine di dare piena attuazione alle ordinanze vigenti contro degrado e bivacco, riqualificando aree che si trovano ad un passo dalle principali arterie cittadine”.
Ma ha un senso, ci si chiede, spostare persone da un luogo all’altro della città, senza articolare un programma di intervento efficace? “In questi casi – risponde l’assessore – si tratta di persone che non vogliono farsi aiutare, e rifiutano tutti i canali di assistenza che il Comune offre in rete con le associazioni di volontariato”. Tradotto in termini più comprensibili: avanti tutta con gli sgomberi, in uno stucchevole rimpallo destinato a durare ancora a lungo.

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