Leandro Bracco denuncia incredibile caso di sperpero di denaro pubblico: ‘1,5mln di euro regalati, colpa dei politici’

3' di lettura 12/09/2014 - Un incredibile caso di sperpero di denaro pubblico è stato denunciato in conferenza stampa dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Leandro Bracco. La vicenda, che vede protagonista la Provincia di Pescara, risale a 14 anni fa, anche se solo oggi ne sono stati resi noti i clamorosi retroscena.

Tutto ruota intorno alla figura di Edoardo Barusso, esperto di diritto amministrativo originario di Udine, chiamato in servizio dalla Provincia per poi vedersi revocare l’incarico. Dopo dodici anni di battaglie legali, Barusso ha avuto la meglio, obbligando la Provincia di Pescara a risarcirlo con la somma di circa un milione e mezzo di euro, anche se, come riferito da Bracco, “non ha prestato servizio neppure per un giorno”.

“La sentenza di Cassazione - attacca il consigliere - emessa a maggio 2012, non ha però avuto il prosieguo che avrebbe dovuto avere. Nessuno infatti si è preso la briga di trasmettere le carte alla Procura della Corte dei Conti, obbligando di conseguenza la collettività pescarese a tirare fuori la cifra di un milione e mezzo di euro”.

Sulla base di questa ricostruzione, Bracco individua precise responsabilità politiche, indicando nomi e cognomi. “La vicenda Barusso – ha spiegato alla stampa - è da addebitarsi esclusivamente all’operato negligente dell’ex presidente della Provincia di Pescara Giuseppe De Dominicis e della sua Giunta”.

A questo proposito, lo stesso Bracco ha dichiarato che nei prossimi giorni si recherà presso la Procura della Corte dei Conti a L’Aquila per depositare la sentenza di Cassazione, richiedendo l’apertura di un fascicolo per il reato di danno erariale nei confronti dell’amministrazione Provinciale.

“Si tratta di un vero e proprio scempio - ha rimarcato il consigliere grillino -, soprattutto perché la collettività sarà chiamata a pagare per una situazione creata da altri: mi riferisco ovviamente a De Dominicis e a coloro i quali, nell’anno 2000, rivestivano il ruolo di assessori. Chiedo inoltre al presidente della Regione Luciano D’Alfonso di prendere una volta per tutte una posizione netta e chiara riguardo il concetto di etica e responsabilità”.

L’appello al presidente della Regione non è affatto casuale, vista la recente nomina dello stesso De Dominicis al ruolo di Commissario del Parco della costa teatina. “Il Governatore avrebbe potuto mettersi di traverso - spiega - anche quando ha permesso al suo braccio destro Giovanni Lolli di assumere lo stesso De Dominicis presso il suo assessorato tramite una consulenza. Chiedo dunque a D’Alfonso di dare attuazione all’art 54 della Carta costituzionale, che prevede che le persone cui sono affidati incarichi pubblici abbiano il dovere di adempierli con disciplina e onore. Non ci possono essere due pesi e due misure quando si tratta del bene della collettività e di denaro pubblico. In un paese normale De Dominicis sarebbe stato costretto ad abbandonare la scena pubblica, mentre D’Alfonso lo ha resuscitato come Lazzaro”.

“La persona responsabile di questo collasso economico non solo non è stata messa nelle condizioni di non poter fare più danni, al contrario, è stata ripescata dall'anonimato grazie al conferimento di ben due nomine di primissimo livello, una delle quali addirittura nella squadra di governo di Luciano D'Alfonso”.

La conclusione del consigliere pentastellato è amarissima: “Nulla del genere è mai accaduto in nessun Paese al mondo. Una persona che a causa della negligenza di un'intera classe politica e amministrativa si ritrova in tasca la bellezza di circa 3,5 miliardi di vecchie lire (1,7 milioni di euro), pur non avendo lavorato neppure un giorno”.

Miliardi che, evidentemente, saranno sborsati da tutte le persone che risiedono nei Comuni della provincia di Pescara.










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