I capigruppo di maggioranza: 'Basta calunnie, sarà un bilancio fatto di certezze'

4' di lettura 03/09/2014 - Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa congiunto dei capigruppo dei partiti della maggioranza al Comune di Pescara: Marco Presutti (PD, nella foto), Daniela Santroni (SEL), Riccardo Padovano (LCD), Pier Nicola Teodoro (Scegli Pescara) e Lola Berardi (PE Bene Comune).

Negli ultimi giorni, molti si sono esercitati nella critica del bilancio di previsione del 2014 che questa amministrazione sta predisponendo e di cui gli atti per le aliquote e il Regolamento Iuc costituiscono necessaria premessa.

Esercizi di stile, si direbbe, privi del fondamento di un testo di bilancio, visto che quest’ultimo dev’essere ancora presentato. Anche per questa ragione, critiche e proposte risultano del tutto inefficaci, quando non superate.

Basti pensare a quei consiglieri che pensano di poter sostituire i 10.400.000 euro di gettito Tasi, attraverso manovre sul bilancio pluriennale che come è noto è un atto programmatorio che non presenta le coperture, necessarie invece in un bilancio di esercizio, o a quei colleghi che propongono di tagliare spese, la cui decurtazione è già prevista nel bilancio 2014.

Soprattutto, si diffonde una gran cagnara costruita su finzioni, fraintendimenti, strumentalizzazioni e omissioni, volta a costruire l’immagine di un’amministrazione Alessandrini spendacciona e salassatrice. Per questa ragione, è necessario porre qualche punto fermo, in modo che, su una questione tanto rilevante per i cittadini, si possa ragionare, se non sull’onestà delle intenzioni, almeno con la certezza dei numeri.

In primo luogo, per le scelte della precedente amministrazione, ci troviamo a dover redigere un bilancio quando sono stati effettuati i 3/4 dell’esercizio. Il che vale a dire che gran parte delle risorse sono state già impegnate e spese, limitando enormemente la possibilità per chi oggi amministra, di effettuare riduzioni delle uscite.

Questo premesso, il bilancio che l’amministrazione sta predisponendo, si fonda sulla scelta di indicare entrate esigibili e non fittizie, come accaduto invece negli anni precedenti, nei quali la tenuta del bilancio è stata garantita grazie a dubbi residui attivi, come evidenziato più volte dai revisori dei conti, che da ultimo proprio per questa ragione, hanno espresso parere negativo rispetto all’esercizio amministrativo 2013. Ma ancora più lampante su questo piano è il dato dell’andamento di cassa: quando l’amministrazione Mascia si è insediata, ha trovato un attivo pari a 19 milioni di euro. Al passaggio di consegne, tra Mascia e Alessandrini, la cassa, invece, registrava una sofferenza pari a -26 milioni. In soli 5 anni, chi ci ha preceduto, ha utilizzato la cassa per 45 milioni, cui si devono aggiungere ben 16 milioni di fondi vincolati, indebitamente utilizzati per far fronte alla spesa corrente.

In totale, 61 milioni di euro, spesi soprattutto nell’ultima fase della sindacatura Mascia, che mostrano in maniera inconfutabile, quanto fosse artefatto il quadro delle entrate scritto nei bilanci.

Per risanare una situazione finanziariamente insostenibile, praticamente di pre-dissesto, l’amministrazione si trova ora di fronte all’esigenza di effettuare una manovra pari a circa 10 milioni di euro, dei quali 6 di nuove entrate e 4,7 di tagli delle spese, pur scegliendo di salvaguardare settori cruciali quali l’istruzione, il sociale e la cultura. Tra i tagli, risaltano in particolare i 363 mila euro di spese per nomina di dirigenti e staff sindacale, tagli alle indennità degli amministratori e alle loro missioni, e operazioni puntuali di revisione della spesa nell’ottica della riduzione degli sprechi. I 6 milioni di fabbisogno ulteriore, sono determinati da eliminazione e riduzione di voci fittizie di entrata, il che corrisponde a una scelta strategica di finanza pubblica, per scongiurare l’accensione di nuovi residui attivi e dal pagamento di spese necessitate come l’adeguamento del canone Soget, e dei costi dell’energia elettrica e la liquidazione di pagamenti disposti da sentenze già rinviate a questa annualità da chi amministrava ieri, che in sostanza andrebbero computate tra le spese del precedente bilancio e non in questo.

In conclusione dunque, non è vero che l’attuale amministrazione si prepari a spendere di più: si deve dire il contrario, poiché le spese apparentemente superiori rispetto al 2013 fanno fronte a rinvii di pagamento e a veri e propri artefatti contabili del precedente bilancio, soprattutto nelle voci delle entrate, e l’amministrazione ha disposto comunque un taglio certo e consistente di spese senza ledere i servizi fondamentali per la cittadinanza.

La nostra intenzione per le annualità future è, risanato il bilancio, ridurre le tasse e migliorare i servizi.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 03-09-2014 alle 11:15 sul giornale del 04 settembre 2014 - 947 letture

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